Le collezioni zoologiche che oggi fanno parte del Museo di Zoologia dell’Università di Padova hanno un’origine molto antica: il loro nucleo originario è infatti costituito dalle collezioni di Antonio Vallisneri, chiamato a Padova nel 1700 a ricoprire la cattedra di Medicina Pratica prima e Teorica poi, carica che ricoprì fino alla sua morte nel 1730. Nel 1734, il figlio omonimo donò all’Ateneo patavino le vaste raccolte del padre, che comprendevano anche numerosi reperti zoologici. Nacque quindi il Gabinetto di Storia Naturale dell'Università di Padova, spesso chiamato “Museo Vallisneriano” proprio in virtù di questa fondamentale acquisizione. Dal 1806 al 1828 il gabinetto passò sotto la direzione del prof. Stefano Andrea Renier e dal 1829 al 1852 sotto quella di Tomaso Antonio Catullo che contribuirono entrambi a sistemarle ed arricchirle. Una svolta decisiva si ebbe però nel 1869 quando la cattedra di Storia Naturale venne sdoppiata separando l’insegnamento della Geologia e Mineralogia da quello della Zoologia ed Anatomia Comparata, quest’ultimo affidato a Giovanni Canestrini. Canestrini può quindi essere considerato una sorta di fondatore del Museo Zoologico dell’Università di Padova, di cui incrementò notevolmente le raccolte con esemplari di uccelli e pesci, e con una ricca collezione di Aracnidi e Miriapodi. Nel 1873, il Museo fu trasferito da Palazzo Bo alla Scuola di S. Mattia dove confluirono anche i reperti appartenuti al soppresso Gabinetto Zootomico della Veterinaria. Sebbene negli anni successivi la vita del Museo sia stata piuttosto travagliata, negli anni ’50 il prof. Giorgio Marcuzzi si occupò di un vasto riordino delle collezioni, e nel 1966 il Museo fu rinnovato e riaperto al pubblico. Ma il successo fu solo temporaneo perché presto i suoi locali furono sottratti per far fronte alle crescenti esigenze dei laboratori del neo-nato Istituto di Biologia Animale fino a che, sul finire degli anni ’70, le collezioni zoologiche furono trasferite in uno stabile in via Jappelli, attuale sede del museo, dove rimase in stato di abbandono per oltre un ventennio.
Qui, con un allestimento temporaneo che si svolge lungo quattro sale espositive, è stato aperto al pubblico dal 2004 al 2018, anno in cui per carenza di personale il Museo è stato chiuso al pubblico, anche in previsione della prossima apertura del Museo della Natura e dell’Uomo a Palazzo Cavalli, dove anche queste collezioni andranno a confluire.
Riferimenti bibliografici:
Minelli A. 1996, Il Museo Zoologico, in Gregolin C. (a cura di), I Musei, le collezioni scientifiche e le sezioni antiche delle Biblioteche, Università di Padova, Centro Interdipartimentale di Servizi Musei Scientifici, pp. 73-80.