Sin dagli anni '30 del XX secolo, per iniziativa del titolare della cattedra di astronomia Giovanni Silva, appoggiato dall'allora Rettore Carlo Anti, l'Università di Padova volle dotarsi di un telescopio adatto alla ricerca scientifica di punta e tecnologicamente avanzato.
Nel 1942 venne fondato dall'Università di Padova l’osservatorio astrofisico di Asiago, l’allora più grande telescopio d’Europa dedicato a Galileo, un telescopio riflettore con uno specchio da 122 cm di diametro. È con questo strumento che si sono potuti ottenere grandi successi, principalmente nel campo delle stelle variabili, stelle novae, supernovae e galassie, realizzando un prezioso archivio dati.
L'osservazione astronomica già allora si avvaleva di strumenti dedicati al trattamento delle lastre fotografiche e alla loro misura a scopo scientifico. Il progresso tecnologico suggerì agli astronomi l'aggiornamento costante degli strumenti di acquisizione dei dati al telescopio, e parallelamente di quelli destinati alla riduzione dei dati stessi. Era ed è tutt’oggi un modo di procedere che mantiene alto il grado di competizione internazionale nelle ricerche.
Gli strumenti collezionati negli anni di studio sono stati raccolti in un museo ubicato a fianco di quel telescopio al quale erano funzionali. La collezione è divisa in due settori, quello dedicato agli strumenti di acquisizione dei dati e quello per gli strumenti di riduzione.
Il Museo di occupa della conservazione e manutenzione degli strumenti, dell’acquisizioni di nuove donazioni, delle visite guidate e della formazione dei Volontari di Servizio Civile.