L'attuale configurazione di Ca' Borin risale con probabilità agli inizi del Settecento, sebbene siano tuttora sconosciuti architetto e data di costruzione. Nel 1775, in occasione del matrimonio fra Carlo Borin e Laura Cittadella, viene avviata una campagna decorativa di alcuni ambienti del palazzo: la Sala del caminetto, il Salone centrale e un perduto tinello “tutto dipinto d’un vago, e dilettevole boschereccio, nel quale vi sono intersperse varie fiere, ed altri animali…opera egregia del celebre Sig. Andrea Urbani, esimio pittor di quadratura” (Rossetti 1776). Della celebre quadreria dei conti Borin (o Borini), in cui figuravano opere di Tiziano, Guercino, Padovanino ed altri rinomati pittori, non si conosce la sorte.
Il palazzo appartiene ai conti Borin fino al 1902, quando viene acquistato dai Wollemborg, cui spetta con probabilità il rinnovamento degli ambienti meridionali.
Nel 1968 Ca’ Borin viene acquistata dall’Università: inizialmente destinato a Lingue, poi a Statistica, è infine adoperato per la Biblioteca di Geografia e per la didattica di questa e di Scienze Politiche. Le decorazioni del palazzo Borin, restaurate ed integrate, vengono allora arricchite da una serie di preziosi lampadari che adornano ancora oggi le sale del piano nobile, commissionati alle vetrerie veneziane di Seguso Barovier&Toso, non da catalogo ma su disegno originale.
Ca' Borin si presenta oggi con uno sviluppo su tre livelli: nell’ala centrale e in quella nord, il piano nobile ha doppia altezza, fino al sottotetto. Al piano terra è presente un portego, completamente aperto sul lato del cortile: l’edificio è sorretto da un sistema di due pilastri e due colonne di ordine dorico, che separano lo spazio coperto da quello esterno, di forma rettangolare e chiuso da costruzioni su tutti i lati. Il cortile finisce su una facciata ribassata, cadenzata da quattro paraste doriche, le quali richiamano quelle della facciata interna del palazzo.
Salendo lo scalone laterale si accede ad un’anticamera laterale, che immette al fastoso Salone, primo degli ambienti decorati in occasione delle nozze Borin-Cittadella. Nell’angolo nord si trova la Sala del caminetto, altro ambiente conservato della decorazione settecentesca. Le due camere dell’ala sud sono decorate in uno stile più tardo, e quella orientale presenta un varco murato sulla parete esterna, che serviva di collegamento con palazzo Wollemborg.