La Pontificia Basilica di Sant'Antonio di Padova, conosciuta dai padovani semplicemente come il Santo, è una delle più grandi chiese del mondo. Sono ivi sepolti personaggi insigni, tra cui professori e studenti dell'Università di Padova afferenti alla facoltà di medicina.
Nel luogo della tomba del frate francescano Antonio, morto a Padova nel 1231, venne edificata nel 1232 l'attuale Basilica, che sorse nel luogo in cui già dal 1110 esisteva una chiesa dedicata a Maria. La chiesa preesistente si trovava nel luogo in cui oggi ha sede la Cappella della Madonna Mora all'interno dell'attuale edificio.
La Basilica presenta una complessa e peculiare fusione di stili: la facciata a campana con elementi romanici, gotici nella pianta del deambulatorio con le sette cappelle, bizantini nelle otto cupole rivestite in piombo ed infine i due campanili mostrano tratti moreschi, sottili e slanciati.
Vari artisti famosi collaborarono alla decorazione della Basilica, tra cui Giotto che si occupò del Capitolo dei Frati nell'attuale chiostro omonimo, e il Mantegna, che fece una raffigurazione dei santi Antonio e Bernardino da Siena, oggi conservata al Museo Antoniano, mentre le porte in bronzo furono realizzate dall'architetto Camillo Boito nel 1895.
Nel Chiostro del Generale fu istituita nel seconda metà del 1200 la Biblioteca Antoniana che attualmente contiene oltre 85.000 volumi, tra cui 850 codici manoscritti (alcuni risalenti al IX-X secolo), circa 300 incunaboli, oltre 3.000 cinquecentine e innumerevoli opere del Seicento e del Settecento.
Tra i testi più notevoli: un Rationale Divinorum Officiorum, di Guillaume Durand, uno dei primi libri stampati con caratteri mobili (1459); una Cosmographia di Claudio Tolomeo con 26 tavole, le prime incise in rame, del 1462; un codice manoscritto con i Sermoni di Sant'Antonio (Codex Thesauri) con postille (1237).
Tra i vari testi, si trovano inoltre l'Archivio Musicale della Cappella Musicale della Basilica (fondata nel 1486) e l'Archivio Antico e Moderno della Veneranda Arca di Sant'Antonio, che custodisce varia documentazione a partire dal 1396, anno di fondazione di questa istituzione per alla salvaguardia e la tutela del complesso antoniano.
I beni mobili, tra cui opere di oreficeria, tele e tessuti dapprima custoditi nella biblioteca si trovano oggi nel Museo Antoniano.