Nato a Padova l’8 maggio 1851, Giuseppe Cavignato iniziò a lavorare all’officina della Specola dal 1868, diventando poi il vice-meccanico di Paolo Rocchetti dal 1868 al 1877, quando lo sostituì al momento del pensionamento. Ricoprì il ruolo di meccanico della Specola fino al 1909, quando chiese di essere collocato a riposo. Negli ultimi anni di vita si dedicò al commercio di strumenti di precisione e di macchine fotografiche e morì a Padova il 2 novembre 1915.
La fama di Cavignato come ottimo costruttore di strumenti era ben consolidata e riuscì anche nell’impresa di ampliare l’officina della Specola, grazie all'aiuto della Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche. Le risorse finanziarie e tecniche di quest'ultima, l’abilità di Cavignato e la consulenza scientifica dell’Osservatorio e dei suoi astronomi permisero di fare una grande salto di qualità e iniziare a costruire vari strumenti destinati agli altri Osservatori italiani. L’intenzione della Società Veneta e di Cavignato era quella di rendere l’officina della Specola una ditta simile alla Tecnomasio Italiano o alle Officine Galileo. Lo scioglimento della Società Veneta nel 1898 per difficoltà economiche e quindi la mancanza di finanziamenti bloccò purtroppo ogni velleità in questo senso.

Gli strumenti di Cavignato sono conservati presso il Museo della Specola, Padova, all'Istituto Scalcerle di Padova, nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale, all'INAF - Osservatorio Astronomico di Palermo Giuseppe S. Vaiana, al Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera, Milano, al Museo dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, Monte Porzio Catone e all'Osservatorio di Arcetri.