Polistereoscopio di Righi

Lo strumento venne inserito nell'inventario del Gabinetto di Fisica dell'Università di Padova da Augusto Righi il 28 Giugno 1889.

Inventore: Augusto Righi, n.1850 - m.1920.Noto soprattutto per le sue ricerche sulle oscillazioni elettriche, è considerato uno dei più grandi fisici italiani.

Costruttore: Antonio Cagnato. Fu il meccanico del Gabinetto di Fisica dell'Università di Padova dal 1879 al 1915.

Datazione : ultimo quarto sec. XIX

Descrizione

Un primo modello di polistereoscopio venne descritto nel 1875 da Augusto Righi nel saggio “Sulla visione stereoscopica”.Era composto da due specchi piani disposti verticalmente e che potevano assumere diverse inclinazioni. Uno degli occhi vedeva direttamente gli oggetti, mentre l'altro riceveva i raggi riflessi successivamente dai due specchi. Secondo le posizioni degli specchi e degli occhi, si potevano ottenere sia gli effetti dello pseudoscopio proposto da Charles Wheatstone nel 1852, che quelli del telestereoscopio di Hermann von Helmoltz (1821-1894 ) e dell'iconoscopio di Emile Javal. Precisiamo che lo pseudoscopio invertiva la percezione del rilievo degli oggetti, mentre il telestereoscopio accentuava questo rilievo, e infine l’iconoscopio toglieva rilievo agli oggetti, fornendo invece rilievo alle immagine piane. Nel 1889, Righi presentò una nuova versione del suo polistereoscopio, pubblicandone la descrizione negli Atti della Reale Accademia dei Lincei. Questo nuovo modello differiva dal primo per l'aggiunta di una manovella che permetteva di ruotare la lastra con gli specchi di 360° attorno a un asse orizzontale.
Lo strumento qui descritto, inventariato da Righi proprio nel 1889, è il secondo tipo di polistereoscopio ideato dallo studioso.  Costruito dal Meccanico del Gabinetto di Fisica Antonio Cagnato, che lavorò presso il Gabinetto dal 1879 al 1915, il dispositivo è composto da un piedistallo in legno alla sommità del quale è inserita una piccola carrucola messa in rotazione da una manovella. La carrucola è collegata a una lastra metallica sulla quale sono fissati due specchi piani di diverse dimensioni e un contrappeso. Entrambi gli specchi sono fissati a un meccanismo a cerniera regolabile tramite una vite che permette di modificarne l’inclinazione. Per l’uso, si pongono gli specchi quasi paralleli fra loro e inclinati di circa 45° rispetto alla lastra La carrucola rende possibile la rotazione della lastra di 360°.
Dall’altra parte della carrucola, sono fissati due oculari, uno dei quali è posizionato di fronte allo specchio più piccolo. L'oggetto da osservare viene quindi visto direttamente dall’occhio sinistro, mentre l’occhio destro riceve i raggi partiti dall’oggetto e riflessi  negli specchi. Posizionando la lastra che porta gli specchi orizzontalmente, con lo specchio grande alla sinistra dell’osservatore, si forma nell’occhio destro un’immagine simile a quella che vedrebbe l’occhio se fosse collocato alla sinistra dell’occhio sinistro e più indietro. Si ottiene così il cosiddetto “effetto pseudoscopico”, ovvero l'inversione del rilievo reale degli oggetti osservati (la leggera diminuzione di dimensione dell’immagine che si forma dell’occhio destro non influenza l’effetto). Se la lastra con gli specchi viene invece fatta ruotare di 180°, l’occhio sinistro vede sempre gli oggetti direttamente, mentre il destro li vede come se si trovasse molto più a destra di quanto non si trovi. Il rilievo degli oggetti appare allora molto accentuato rispetto alla realtà e lo strumento si comporta quindi come un telestereoscopio. Nelle posizioni intermedie della lastra girevole, si hanno effetti intermedi, e si vede l’oggetto passare da un rilievo esagerato a un rilievo invertito. Per poter percepire al meglio l’azione dello strumento, Righi consigliava di osservare oggetti particolari, come ad esempio una spirale di filo di ferro o modelli di solidi geometrici. Descrisse anche gli effetti ottenuti osservando oggetti in rotazione.
Secondo Righi, l’apparecchio, “adoperato mentre esso è in rotazione fornisce dunque nuovi e singolari effetti, l’esame dei quali sarà forse di qualche giovamento nello studio fisio-psicologico della visione binoculare”.

Materiale e tecnica: legno/vetro/ottone/ferro/cotone

Misure: altezza cm 30, lunghezza cm 32, larghezza 18 cm

Parole chiave: ottica, precinema

Collocazione: Università degli Studi di Padova, Museo di Storia della Fisica