Numerosi strumenti ottocenteschi sono conservati non solo al Museo di Storia della Fisica ma anche presso vari dipartimenti dell’ateneo patavino e in alcune scuole superiori del Veneto. Su questi strumenti troviamo incisi i nomi dei più importanti costruttori di strumenti scientifici d’Europa, ma anche nomi meno noti quali Giovan Battista Rodella, Giuseppe Stefani, Paolo Rocchetti… nomi che sarebbero caduti nell'oblio se non fosse proprio per la pregiata strumentazione che hanno costruito.
Questi strumenti venivano utilizzati dai docenti per la ricerca e la didattica delle varie discipline: livelle, compassi, tavolette pretoriane e teodoliti provengono ad esempio dal Gabinetto di Topografia e Geodesia, creato nel 1837, e sono oggi conservati presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, compassi e orologi solari sono conservati presso il Dipartimento di Matematica mentre telegrafi, generatori elettromagnetici e un'eliostata si trovano al Museo di Storia della Fisica. Ma chi erano gli “artigiani della scienza” locali che li hanno costruiti? Il presente itinerario è un primo passo verso la scoperta di queste figure attraverso la strumentazione che ci hanno lasciato.