1Giovanni Battista Rodella

Di tutti i macchinisti di cui tratteremo nel presente itinerario, Giovanni Battista Rodella è forse il nome più noto. Nato a Venezia nel 1749, Rodella era un autodidatta, e aveva ricevuto i primi rudimenti in meccanica e orologeria dal perito comunale di Fanzolo (Tv), Cristoforo Pavelli. Successivamente Rodella iniziò a Castelfranco la propria attività come libero professionista, costruendo un’ampia varietà di strumenti: dalle bilance agli orologi, dalle macchine idrauliche agli strumenti chirurgici. Venne chiamato a Padova nel 1779 da Giuseppe Toaldo (1719-1797), professore di astronomia, meteorologia e geografia all’Università di Padova, per ricoprire il ruolo di custode e meccanico della Specola. Nel 1793 venne nominato anche meccanico dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova e l'anno successivo, per conto della Repubblica di Venezia, compie un viaggio in Inghilterra. Obbiettivo principale del viaggio era lo studio della macchina a vapore di James Watt, che la Repubblica voleva utilizzare per prosciugare le terre agricole del Polesine. Rodella ebbe poi modo di conoscere tutti quelli che contavano nel campo della strumentazione scientifica in quel momento, tra cui Jesse Ramsden, George Adams junior, Peter Dollond e William Herschel. 
Nonostante le competenze del meccanico e la strumentazione di altissima qualità e pregio da lui costruita, lo stipendio fornito dall'Università non gli bastava per sostentare economicamene se stesso e la sua famiglia. Mise quindi in piedi una fabbrica di bottoni, che però lo impoverì ancora di più. Morì il 19 febbraio 1834 di broncopolmonite, ricoprendo ancora a ben 84 anni il ruolo di macchinista della Specola.

Gli strumenti di Rodella sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica, all'Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti, nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento d'Ingegneria Civile Edile e Ambientale e al Museo della Specola, Padova.
 

2Francesco e Antonio Tessarolo

Francesco Tessarolo ricoprì il ruolo di meccanico del Gabinetto di Fisica dell'Università di Padova dal 1806, quando venne scelto personalmente dal prof. Salvatore Dal Negro, fino alla morte, il 14 aprile 1842. Di lui sappiamo che fu allievo di Giovanni Battista Rodella, e che alla morte di quest'ultimo lo sostituì nella carica di meccanico dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova.
Il figlio, Antonio, lavorò con lui, distinguendosi anch'egli come valente meccanico ma morì nel 1839, a soli 35 anni di età.
La grande stima di cui godeva Francesco Tessarolo da parte di Dal Negro venne ribadita in più occasioni dal professore, e fu proprio Tessarolo che costruì i prototipi di alcuni degli strumenti ideati da Dal Negro, tra i quali i motori elettrici, considerati tra i primi al mondo, o l'oligocronometro. Entrambi parteciparono ai premi d'industria promossi dall'Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, vincendo alcune medaglie.

Gli strumenti dei Tessarolo sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica e nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento d'Ingegneria Civile Edile e Ambientale.  

3Giuseppe Stefani

Pochissimo sappiamo di questo costruttore, originario di Cortina d'Ampezzo, se non che fu l'allievo prediletto di Rodella e che ne divenne il legittimo successore alla Specola. La stima di cui godeva Stefani da parte dei professori era risaputa: l'astronomo Giovanni Santini cita più volte gli strumenti realizzati ad “opera dell'abilissimo nostro meccanico Giuseppe Stefani” e anche Dal Negro si era avvalso delle abilità di Stefani. Morì anch'egli giovane, nel 1842. 

Gli strumenti di Stefani sono ora conservati nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento d'Ingegneria Civile Edile e Ambientale, al Museo della Specola, al Liceo Foscarini di Venezia e al Liceo Maffei di Verona.  

4Paolo Rocchetti

Nato a Legnago (VR) nel 1814, Paolo Rocchetti frequentò il “Corso degli Studi Matematici per gl’Ingegneri Architetti” dell'Università di Padova, dove si laureò nel 1842. Nello stesso anno venne assunto come meccanico alla Specola, dopo la morte di Giuseppe Stefani, ricoprendo l'incarico fino al pensionamento, avvenuto nel 1877.  
Oltre a questo incarico, nel gennaio 1852, Rocchetti, insieme a un socio, diede vita a una fonderia con annessa officina meccanica situata vicino alla Specola. La ditta, che portava il suo nome e attiva fino al 1881, si dedicò in particolar modo, anche se non esclusivamente, alla costruzione di armamenti ferroviari e ponti in ferro. Due realizzazioni della Rocchetti si trovano tuttora in uso nel centro di Padova e sono due rari esempi, in Italia, di ponti urbani in ferro ancora efficienti. Si tratta del ponte ad arconi sul Tronco Maestro alla Specola, terminato nel 1879, e la passerella in ferro in riviera S. Benedetto, inaugurata nel 1881. Rocchetti collaborò inoltre attivamente con due ingegneri dell'Università di Padova, Gustavo Bucchia e Pio Chicchi.
Morì a Padova nel 1897.  

Gli strumenti di Rocchetti sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica, nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento d'Ingegneria Civile Edile e Ambientale, nel Gabinetto di fisica del Seminario di Padova, al Museo della Specola, al Liceo Tito Livio di Padova e al Museo Naturalistico e Archeologico di Vicenza.   

5Angelo Sonda

Di Angelo Sonda, che succedette a Francesco Tessarolo, si sa pochissimo: originario probabilmente di Padova, ricoprì il ruolo di macchinista del Gabinetto di Fisica dal 1843 al 1870. Parallelamente a questa attività, Sonda si dedicò anche alla costruzione di macchine agricole, considerate di ottima fattura, ma i cui prezzi erano giudicati elevatissimi. Il meccanico divenne inoltre noto per la costruzione di macchine magneto-elettriche, utilizzate anche per l'elettroterapia. 

Gli strumenti di Sonda sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica e al Liceo Tito Livio di Padova.

6Giuseppe Costantini

Di Giuseppe Costantini, che ricoprì il ruolo di macchinista del Gabinetto di Fisica solo per cinque anni, dal 1872 al 1879, non è stato finora rintracciato nulla, né una data di nascita o di morte o la partecipazione a qualche evento particolare.

Di lui rimangono solamente tre strumenti, tutti conservati presso il Museo di Storia della Fisica.

7Antonio Cagnato

Antonio Cagnato fu uno degli apprendisti di Paolo Rocchetti all’Officina della Specola; nel 1874, giovanissimo, venne scelto per far parte del gruppo italiano di astronomi che si recò in India, a Muddapur, per effettuare le osservazioni spettroscopiche del transito di Venere sul Sole. Nel 1879 Cagnato divenne, per un anno, aiuto-meccanico al Gabinetto di Fisica e infine, al pensionamento di Giuseppe Costantini, fu nominato ufficialmente meccanico, ruolo che mantenne fino al 1915. ​
Cagnato aprì inoltre un’attività in proprio, dove esercitava la professione di meccanico, che aveva però dovuto chiudere per mancanza di commissioni. Nel 1909 ci riprovò, con un’officina di elettromeccanica in via San Biagio a Padova, questa volta in società con il nipote, Giuseppe Schiavon.

Gli strumenti di Cagnato sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica e al Liceo Tito Livio di Padova.

8Valentino Strappazzon

Nato a Padova il 30 novembre 1855, Valentino Strappazzon ricoprì l’incarico di aiuto meccanico del Gabinetto di Fisica dal 1879 al 1915, e poi di macchinista dello stesso Gabinetto dal 1915 al 1925.   
Come molti dei suoi predecessori, anche Strappazzon dovette trovarsi un'attività secondaria per sostenersi economicamente e nel 1894  aprì insieme a un socio, Angelo Gatto, un’attività di noleggio di “velocipedi”, sita in via Seminario n° 2262 a Padova. Anche in questo caso l'attività non fu però premiata dal successo.

Gli strumenti di Strappazzon sono conservati presso il Museo di Storia della Fisica.
 

9Giuseppe Montan

Allievo di Giovanni Battista Rodella, Giuseppe Montan era al tempo noto per i suoi compassi, molto rinomati. Sembra  addirittura che i suoi compassi venissero acquistati da commercianti inglesi che poi li rivendevano come produzione propria. Anche Montan, come alcuni dei suoi colleghi e il suo maestro Rodella, non ebbe una vita agiata e finì il suoi giorni presso il ricovero cittadino.

Gli strumenti di Montan sono ora conservati nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale e nella Collezione di modelli e strumenti matematici - Dipartimento di Matematica.

10Giuseppe Pavan

Anche di Giuseppe Pavan sappiamo molto poco, se non che diventò noto per la costruzione di una macchina che permetteva la fabbricazione di viti perfezionate e che aveva un’officina in piazza Castello a Padova. Con questa maccina Pavan aveva partecipato all'Esposizione nazionale del 1861 di Firenze, all'Esposizione Universale di Londra del 1862 e a quella di Parigi del 1867.

L'unico strumento ritrovato ad ora di Pavan è conservato nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale.

11Francesco Cobres

Nato a Venezia il 9 gennaio 1800, Francesco Cobres venne assunto nel 1821 dall’I.R. Liceo Santa Caterina di Venezia come meccanico del Gabinetto di Fisica. Nel 1845 Cobres passò a dirigere l’officina dell’I.R. Scuola Tecnica di Venezia, istituita a Venezia nel 1842 con sede provvisoria a San Procolo. Morì a Venezia di vaiolo il 25 ottobre 1846. 
Cobres lavorò a lungo con il prof. Francesco Zantedeschi, quando quest'ultimo insegnava fisica al liceo di Venezia, e il professore non mancò mai di sottolineare la sua stima nei confronti del meccanico, lodando le sue opere in alcune sue pubblicazioni. 

Gli strumenti costruiti da Cobres sono ora conservati al Museo di Storia della Fisica dell'Università di Padova, al Liceo Foscarini di Venezia e al Liceo Maffei di Verona.
 

12Giuseppe Bertelli

Anche di Giuseppe Bertelli ad ora si conosce poco, se non che era specializzato nella costruzione di termometri, barometri e strumenti scientifici in vetro e lavorava a Padova. 

Gli strumenti di Bertelli sono ora conservati al  Museo di Storia della Fisica, al Liceo Tito Livio di  Padova e al Museo della Specola, Padova.  

13Carlo Ponti

Carlo Ponti, nato a Breggia (Svizzera), il 6 novembre 1820, divenne soprattutto noto come costruttore di apparati fotografici e fotografo. Dopo un soggiorno di otto anni a Parigi, Ponti si stabilì a Venezia dove aprì un atelier di ottica e fotografia. Fra il 1854 e il 1875 documentò fotograficamente tutta l’Italia settentrionale e Roma, curò e pubblicò le proprie immagini e quelle di altri fotografi, tra i quali il famoso Carlo Naya. Nel 1861 Ponti presentò all’Istituto Veneto l’invenzione del cosiddetto aletoscopio, uno strumento per visualizzare le immagini che permetteva di ingrandire le fotografie e ottenere un effetto giorno e notte, mentre nel 1862 ideò il megaletoscopio, un’evoluzione dell’aletoscopio. L’ottico-fotografo, nella sua bottega, costruiva anche lenti, cannocchiali e altri strumenti ottici, uno dei quali è conservato nella collezione del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale. 

14Giuseppe Cavignato

Nato a Padova l’8 maggio 1851, Giuseppe Cavignato iniziò a lavorare all’officina della Specola dal 1868, diventando poi il vice-meccanico di Paolo Rocchetti dal 1868 al 1877, quando lo sostituì al momento del pensionamento. Ricoprì il ruolo di meccanico della Specola fino al 1909, quando chiese di essere collocato a riposo. Negli ultimi anni di vita si dedicò al commercio di strumenti di precisione e di macchine fotografiche e morì a Padova il 2 novembre 1915.
La fama di Cavignato come ottimo costruttore di strumenti era ben consolidata e riuscì anche nell’impresa di ampliare l’officina della Specola, grazie all'aiuto della Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche. Le risorse finanziarie e tecniche di quest'ultima, l’abilità di Cavignato e la consulenza scientifica dell’Osservatorio e dei suoi astronomi permisero di fare una grande salto di qualità e iniziare a costruire vari strumenti destinati agli altri Osservatori italiani. L’intenzione della Società Veneta e di Cavignato era quella di rendere l’officina della Specola una ditta simile alla Tecnomasio Italiano o alle Officine Galileo. Lo scioglimento della Società Veneta nel 1898 per difficoltà economiche e quindi la mancanza di finanziamenti bloccò purtroppo ogni velleità in questo senso.

Gli strumenti di Cavignato sono conservati presso il Museo della Specola, Padova, all'Istituto Scalcerle di Padova, nella Collezione di strumenti di topografia e di geodesia del Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale, all'INAF - Osservatorio Astronomico di Palermo Giuseppe S. Vaiana, al Museo Astronomico - Orto Botanico di Brera, Milano, al Museo dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma, Monte Porzio Catone e all'Osservatorio di Arcetri.