I minerali sono sostanze cristalline che si rinvengono allo stato naturale. Chiunque ha modo di familiarizzare con i minerali; essi compongono le rocce, le montagne, la sabbia marina, il terreno dei giardini. Molti dei prodotti che utilizziamo normalmente sono composti da minerali. Le paste dentifrice ad esempio contengono microscopici cristalli di mica, di calcite e di fluorite, mentre nei detersivi sono presenti additivi come calcite, dolomite, argille e zeoliti. I minerali sono i componenti delle meteoriti e dei pianeti, mentre le gemme non sono altro che frammenti grezzi di cristalli, particolarmente trasparenti e/o colorati, tagliati in modo da esaltarne la brillantezza e la trasparenza.
I minerali rivestono una grande importanza: fin dalla preistoria hanno segnato le tappe dell’evoluzione culturale dell’uomo attraverso l’uso dei metalli. Oggi sono i principali componenti degli acciai e delle leghe speciali, delle apparecchiature elettroniche e di comunicazione, e trovano applicazione nell’industria spaziale e nella produzione di una grande quantità di oggetti di uso comune. 

L’estrazione di minerali come materie prime per uso industriale e civile da sempre richiede la mano dell’uomo che, con fatica, estrae dalla roccia la materia prima, mettendo a volte a repentaglio anche la propria vita, operando in miniera o in condizioni ambientali proibitive. In Italia, ad esempio, la coltivazione dei depositi minerari di zolfo della Sicilia ha origini antichissime e ha avuto  particolare sviluppo tra la metà Settecento e la seconda metà del Novecento. Durante tutto il periodo di coltivazione delle numerosissime miniere siciliane lo sfruttamento minorile dei bambini, “i carusi”, fu una vera e propria piaga sociale, legata alle condizioni di estrema povertà in cui vivevano all’epoca la maggior parte delle famiglie siciliane dedite all’estrazione dello zolfo. Tuttavia sono proprio i metodi di coltivazione manuali di queste miniere che hanno permesso la preservazione di molti, eccezionali campioni di zolfo in cristalli, acquisiti per arricchire le collezioni mineralogiche private e pubbliche di tutto il mondo. 

Anche nelle miniere inglesi della regione del Cumberland la situazione lavorativa  era nell’Ottocento particolarmente precaria. Per arrotondare il loro misero salario, i minatori erano soliti vendere i migliori campioni mineralogici estratti dalle miniere a ricchi commercianti inglesi. Già agli inizi del XIX secolo il collezionismo mineralogico era infatti assai attivo in Inghilterra, soprattutto tra le famiglie di alto rango: non potevano mancare classici esemplari, come le fluoriti in perfetti cristalli di abito cubico di dimensioni centimetriche, vetrose e di un bellissimo colore verde o viola.

Anche l’ematite è un minerale piuttosto comune in natura, utilizzato nella produzione di acciai; tuttavia non è facile rinvenire questo ossido di ferro in esemplari perfetti, ben cristallizzati e di dimensioni centimetriche. La regione di Itabira in Brasile è fin dai primi del Novecento una delle aree minerarie più intensamente sfruttate per l’estrazione di questo minerale, come lo fu, in passato, anche l’area mineraria presso l’Isola d’Elba. Sia Itabira, sia l’Isola d’Elba hanno fornito tra i migliori esemplari cristallizzati di ematite a scopo collezionistico al mondo. Anche in questo caso è facile immaginare quali dovessero essere le condizioni lavorative in Brasile, in cui i minatori, privi di qualsiasi diritto, lavoravano con turni massacranti e in condizioni di estrema povertà in un ambiente ostile, dove il tasso di mortalità per malattie, malaria e incidenti sul lavoro era altissimo.

L’estrazione di minerali da collezione era una pratica assai in uso anche nella regione alpina fin dal Settecento: i grandi cristalli di quarzo presenti nella regione alpina svizzera venivano poi portati a Milano, dove gli artigiani lavoravano questi oggetti naturali per trasformarli in bellissimi manufatti ad uso delle ricche corti europee. Non solamente il quarzo, ma anche altri minerali venivano raccolti sulle Alpi per abbellire le  ricche collezioni mineralogiche europee, come testimonia la splendida raccolta storico-mineralogica tuttora conservata presso il museo di Storia Naturale di Vienna. Uno storico esemplare di apatite proveniente dalla catena delle Alpi orientali presente nel Museo di Mineralogia di Padova presenta un duplice interesse: da una parte rappresenta un classico minerale da collezione rinvenibile all’interno di fessure presenti lungo la catena delle Alpi orientali; dall’altra ha un sensibile valore storico-mineralogico in quanto fu raccolto, nei primi del Novecento, in una fessura dagli “strahler austriaci”. “Strahler” è un termine tedesco, con cui si definiscono i cercatori di cristalli di quarzo, che durante il periodo estivo si guadagnavano da vivere rifornendo le grandi corti europee di preziosi cristalli rinvenuti a quote elevate nelle rocce della catena Alpina.

***

Testo a cura di: Alessandro Guastoni, conservatore del Museo di Mineralogia