L’energia è un elemento centrale per quasi tutte le sfide e le opportunità più importanti che il mondo si trova oggi ad affrontare. Che sia per lavoro, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l’accesso all’energia è essenziale. Tra i traguardi previsti dall’Obiettivo 7 troviamo anche garantire entro il 2030 l’accesso a servizi energetici che siano convenienti, affidabili e moderni e accrescere la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca e alle tecnologie legate all’energia pulita – comprese le risorse rinnovabili, l’efficienza energetica e le tecnologie di combustibili fossili più avanzate e pulite – e promuovere gli investimenti nelle infrastrutture energetiche e nelle tecnologie dell’energia pulita.
Per quanto riguarda la storia dell’elettricità, una svolta epocale nella produzione di energia si ebbe nel 1821, quando Michael Faraday costruì un apparato in cui un circuito percorso da una corrente in presenza di un campo magnetico si metteva a compiere un movimento di rotazione. Si dimostrava così per la prima volta la possibilità di convertire energia elettrica in energia meccanica, e si apriva la strada alla costruzione di motori elettrici, di cui vennero proposti diversi modelli negli anni successivi. Alcuni modelli di motore vennero successivamente proposti, in particolare da Joseph Henry nel 1831, William Ritchie nel 1833 e M. H. Jacobi nel 1834. A Padova, negli anni trenta dell’Ottocento Salvatore Dal Negro, professore di fisica presso l’Università, pubblica la descrizione di diversi tipi di motori elettrici. Sul momento i suoi strumenti non conseguono un particolare successo, ma un quarantennio dopo Dal Negro viene accreditato come uno dei primi inventori di motori elettrici al mondo: alcuni autori lo definiscono addirittura come il primo inventore in assoluto!
Nel corso della nostra tappa, andremmo alla scoperta di questi primissimi motori elettrici.
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Testo a cura di: Sofia Talas, conservatore del Museo Giovanni Poleni, e Fanny Marcon