Un'aristocratica alla caccia con il falco

Autore: MIchele Primon

Datazione: 1664-1673

Tecnica: Pittura a mezzo fresco

Descrizione

A Palazzo Cavalli, l'aristocratica falconeria, forma di caccia cui era ammessa anche la partecipazione delle donne, viene illustrata sulla parete ovest della Sala della Caccia, che affaccia sulla Conca alle Porte Contarine; la scena risulta pesantemente compromessa dall'umidità, che ha comportato la perdita completa dell'intonaco nella fascia inferiore.
Sul tratto sinistro un gruppo composto da tre uomini e una donna, tutti in atteggiamento composto, diversamente dai protagonisti degli altri, più cruenti episodi di caccia. Il personaggio a sinistra, con abito grigio-azzurro panneggiato da un mantello borgogna e in testa un turbante, è rappresentato di profilo, intento a suonare un corno da caccia. Al suo fianco un uomo vestito di rosso e un cappello verde stringe una lancia nella mano destra. Segue l’unica figura femminile ancora visibile dell'intera stanza, forse intesa a rappresentare Elisabetta Duodo, di recente sposa di Federico Cavalli: la giovane indossa un elegante abito bianco con drappo dorato, i capelli raccolti in una sofisticata acconciatura con due piume laterali. Sull'indice della mano sinistra posa un falchetto, con una mascherina sugli occhi. A fianco della donna un quarto personaggio, di età matura, volge lo sguardo verso l’uccello, come per invitare la fanciulla a liberarlo. La caccia è ambientata in un contesto naturale ricco di vegetazione.
 
Dai documenti d’archivio si coglie come l’avvio degli interventi di ammodernamento e decorazione del palazzo siano probabilmente legati proprio al matrimonio di Federico Cavalli con Elisabetta Duodo. Secondo il contratto di nozze, datato 9 settembre 1673, la novella sposa avrebbe dovuto portare alla famiglia del marito una ricca dote, di ben 40.000 ducati; dalla corrispondenza tra le due famiglie, tuttavia, si sa che nove anni dopo, nel 1682, l’importo non risultava ancora versato. La transazione avvenne solo dopo la morte del padre di Federico, Giovanni Cavalli, e fu con probabilità grazie a questo introito che la decorazione del palazzo poté essere conclusa.

Bibliografia

  • Ton D., 2018 – “Palazzo Cavalli” In “Affreschi nei palazzi di Padova. Il Sei e Settecento”, a cura di Mancini V., Tomezzoli A., Ton D.. Pp. 175-203: 176-190. Scripta, Verona.
  • Marin C., 2020 - “Palazzo Cavalli: da residenza nobiliare a museo universitario”. In “Critica d’arte”, nona serie, 5-6. Pp. 51-68.

Autore scheda: Maria Cecilia Lovato
Fotografia: Federico Milanesi
Diritti: Università degli Studi di Padova