La Sala delle Studentesse a Palazzo Bo

Autore: Antonio Morato

Datazione: 1941

Tecnica: Pittura a fresco

Descrizione

L’affresco, che decora una delle pareti della Sala delle Studentesse a Palazzo Bo, raffigura tre modelli di donne colte del passato, a dimostrazione della politica di rinnovamento condotta da Carlo Anti durante il suo rettorato (1932 - 1943).
 
Il soggetto, come per tutti i cicli decorativo del complesso, fu scelto dal committente, che richiese espressamente che venissero rappresentati tre diversi tipi di donna studiosa. La scena, organizzata in tre nicchie architettoniche, vede come protagoniste Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo proprio all'Università di Padova, Gaspara Stampa, poetessa, e Cornelia, matrona romana e madre dei Gracchi. Quest’ultima troneggia in primo piano, accompagnata dai figli, mentre sulla sinistra la Piscopia, con al collo delle perle e un crocifisso, è intenta a suonare un organetto portativo; Gaspara Stampa, dal lato opposto, tiene invece una penna in mano e ha un volume appoggiato sulle ginocchia.
La parte inferiore della struttura architettonica è decorata da bassorilievi, probabilmente con valore simbolico legato alle figure soprastanti; infatti, in corrispondenza di Gaspara, la poetessa, si trova un busto femminile, forse una Musa, mentre sotto Elena ci sono un putto alato, un libro e un globo. I simboli che accompagnano la madre dei Gracchi, invece, sono di natura diversa, legati alla vita domestica, ovvero della frutta, un cavolfiore e una cesta di pane.
Quest’ultimo aspetto è significativo se si considera l’iscrizione latina che accompagna la matrona romana, DOMI MANSIT / LANAM FECIT. Questa espressione fa riferimento all’attributo spesso riferito a Cornelia, lanifica, in riferimento all’attività caratteristica della donna romana, ovvero la lavorazione della lana, che occupava la maggior parte della sua giornata.
 
Cornelia, quindi, oltre ad essere una matrona docta, era l’emblema della donna custode del focolare, ma anche della madre prolifica e totalmente devota ai suoi figli, per educare i quali spendeva la sua vasta cultura. È questo dunque un modello femminile che ben si accostava all’ideale di donna proposto dal regime fascista, ma che, allo stesso tempo, consentiva di mediare e rendere onore ai meriti che le studentesse dell’Ateneo patavino avevano raggiunto in ambito accademico.
 

Iscrizioni

MORATO / PINSE A. D. / MCMXLI / XIX EF / CAROLO ANTI RECTORE
E. LP. CORNARO
G. STAMPA
CORNELIA
DOMI MANSIT / LANAM FECIT
 

Bibliografia

  • Nezzo M. (a cura di), 2008 - "Il Miraggio della concordia. Documenti sull'architettura e la decorazione del Bo e del Liviano: Padova 1933-1943". Pp. 588-589. Canova Edizioni, Treviso.
  • Busana M.S., Rossi C., 2016 - "Domi mansit lanam fecit. Cornelia e la rivisitazione di un ideale femminile del passato nell'Ateneo patavino di Carlo Anti (1932-1943)". In "I mille volti del passato. Studi in onore di Francesca Ghedini", a cura di Bonetto J., Busana M.S., Ghioto A.R., Salvadori M., Zanovello P. Pp. 931-951. Edizioni Quasar, Roma.

Autore scheda: Maria Cecilia Lovato
Fotografia: Isabella Colpo
Diritti: Università degli Studi di Padova