Sistematica zoologica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Proboscidea
Famiglia: Elephantidae
Nome scientifico: Elephas maximus (Linneo, 1758)
Nome comune: Elefante asiatico
Distribuzione geografica: Subcontinente indiano e Sud-Est asiatico (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Cina (Yunnan), Birmania, Laos, Tailandia, Cambogia, Vietnam, Malesia, Indonesia). In periodo storico era distribuito in Pakistan, tutta la costa asiatica dell’Oceano Indiano e buo
Descrizione
Scheletro di elefante asiatico montato su supporto metallico di inizio ‘800.
L’elefante asiatico è una delle tre specie di elefante tuttora esistenti (le altre due sono africane) ed il parente più stretto del mammut lanoso delle ultime fasi glaciali. Il nostro esemplare è morto a Venezia durante le celebrazioni del carnevale del 1819. Era stato portato in Riva degli Schiavoni insieme ad altri animali esotici ma, quando doveva montare sullo zatterone che lo avrebbe riportato in terra ferma, spaventato dalla gente che si accalcava per vederlo e dai colpi di cannone sparati a salve, si è dato ad una rocambolesca fuga per le calli di Venezia, sotto il fuoco dei fucili dei soldati austriaci. Trovato temporaneo rifugio in una chiesa, è stato ucciso qualche ora dopo, quando gli austriaci, ottenuto il permesso dal patriarca, hanno demolito parte del muro della chiesa stessa per raggiungerlo con un piccolo cannone. Questo esemplare è diventato un simbolo della ribellione all’occupazione austriaca e su di lui sono addirittura stati scritti due poemi, prontamente censurati dal regime asburgico.
L’elefante asiatico soffre della riduzione e frammentazione del suo habitat e, come i suoi cugini africani, i maschi sono da anni vittima di bracconaggio per recuperare l’avorio delle loro zanne (i lunghi incisivi superiori) che viene intagliato per creare monili ed altri oggetti preziosi. Le femmine (che in questa specie non possiedono le zanne) ed i cuccioli, vengono comunque cacciati illegalmente per la loro pelle che, essiccata e ridotta in polvere, viene utilizzata nella medicina tradizionale cinese per curare ulcere, gastriti ed altri problemi allo stomaco. Nell’ultimo decennio, la situazione in Birmania si è fatta più grave perché la pelle è utilizzata anche per creare delle peculiari perle rosso rubino recentemente divenuta molto ricercata nei mercati cinesi.
Località di raccolta dell'esemplare: Asia (mancano purtroppo indicazioni più precise)
Materia e tecnica: Scheletro su supporto metallico
Misure: 290 x 100 x 290cm
Bibliografia
- Turchetto M., Nicolosi P., 2000 - "Animali". In “La curiosità e l’ingegno - Collezionismo scientifico e metodo sperimentale a Padova nel Settecento”. Pp. 188-207, Università degli Studi di Padova, Centro Musei Scientifici, Padova.
Collocazione: Museo di Zoologia
Codice bene: M4
Autore scheda: Marzia Breda
Fotografia: Federico Milanesi
Diritti: Università degli Studi di Padova