
Lo strumento venne regalato o venduto a Salvatore Dal Negro da Giuseppe Zamboni.
Inventore e costruttore: Giuseppe Zamboni, n.1776 - m.1846. Fisico di buona fama, insegnò presso il Liceo Maffei di Verona dal 1805 al 1846.
Datazione: 1830
Descrizione:
Lo strumento corrisponde a quello descritto da Giuseppe Zamboni nel 1843: “Due di siffatte pile inaccessibili all’aria esistono nel Gabinetto di Fisica dell’ I. R. Università di Padova, che ivi anche a temperature inferiori a zero, mantengono sempre vive, da dieci e più anni, le oscillazioni del pendolo, e contano ormai quindici anni di età”. L’apparecchio è costituito da un pendolo oscillante posto fra due pile a secco di Zamboni. Lo stesso Giuseppe Zamboni spiega come in un primo tempo avesse costruito le sue pile sovrapponendo in successione “le carte così dette di oro”, ossia fogli di carta di cui una faccia era coperta di rame, e le carte dette “d’argento”, simili ma coperte di stagno. In pratica, Zamboni faceva combaciare le facce metalliche di questi due tipi di fogli, li ritagliava, e sovrapponeva le coppie ottenute costituendo così una pila di migliaia di elementi. Zamboni modificò poi questa costruzione utilizzando unicamente la carta di stagno, sul cui rovescio applicava polvere di ossido di manganese. Ottenne una pila decisamente più efficace, sia perché la coppia manganese-stagno offriva un migliore rendimento, sia perché veniva soppresso uno degli strati di carta interposto fra i metalli. Nel presente apparecchio, le pile sono montate entro tubi di vetro su basi di legno e sono perciò del tipo che Zamboni definisce come “inaccessibili all’aria”. Alla sommità delle pile, gli elettrodi sono formati da due pigne d’ottone molto decorative, cui sono fissati orizzontalmente due asticelle anch’esse d’ottone, alle cui estremità sono posti dei dischi che vengono posizionati in parallelo uno di fronte all’altro. In mezzo a questi dischi è posto un pendolo molto leggero consistente in un anellino d’ottone, montato su un supporto di legno, vetro ed ambra.
Iscrizione
Ottobre 1830
Materiale e tecnica: legno/ottone/vetro
Misure: altezza 60 cm, larghezza 35 cm, profondità 15 cm
Studiosi correlati: Salvatore Dal Negro (n.1768 - m.1839). Professore di Fisica sperimentale all'Università di Padova dal 1806 al 1839.
Parole chiave: elettricità , elettromagnetismo , elettrodinamica
Collocazione: Università degli Studi di Padova, Museo di Storia della Fisica
Codice bene: 249
Mostre
- "Bagliori nel vuoto. Dall'uovo elettrico ai raggi X: elettricità e pneumatica dal Seicento ad oggi", Padova, Orto Botanico, 1 febbraio-30 giugno 2004
Bibliografia
- Giuseppe Zamboni, Della pila elettrica a secco, Verona, 1812
- Jules Jamin, Cours de physique de l’Ecole Polytechnique, 3 vol., Paris, 1858-1866
- Giuseppe Zamboni, Lettera all’Accademia di Monaco sui miglioramenti fatti alle pile stesse, Verona, 1812
- Giuseppe Zamboni, Descrizione ed uso dell’elettromotore perpetuo, Verona, 1814
- Giuseppe Zamboni, Sopra i miglioramenti fatti alla sua pila elettrica, lettera all’Accademia Reale delle Scienze di Monaco, Verona, 1816
- Giuseppe Zamboni, L’elettromotore perpetuo, Verona, 1820-1822
- Giuseppe Zamboni, Sull’elettromotore perpetuo – Istruzione teorico-pratica, Verona, 1843