
Lo strumento venne acquistato dall’allora “Reale Liceo” Tito-Livio nel 1880-81.
Inventore: L'invenzione viene attribuita a due fisici inglesi, Benjamin Martin (1704-1782) o Stephen Demainbray (1710-1782).
Datazione: seconda metà XIX sec.
Descrizione
Apparecchio a scopo didattico che riproduce il funzionamento del bulbo oculare. L’apparecchio consiste di una sfera cava, ai cui due lati opposti sono collocati una piccola lente rimovibile e un dischetto di vetro opacizzato, che simulano rispettivamente il cristallino e la retina dell’occhio. Quando la luce riflessa da un oggetto entra nel bulbo attraverso il cristallino, compare sul dischetto di vetro opacizzato la sua immagine rovesciata. Si può sostituire la lente del cristallino con una delle lenti fissate al piedistallo e simulare, con le varie lenti, le condizioni di un occhio privo di difetti di vista, per cui l’immagine corrispondente appare perfettamente a fuoco, le condizioni di un occhio miope e di uno astigmatico. In questi ultimi casi, per avere l’immagine a fuoco si può aggiungere una delle due lenti mobili di fronte al cristallino, in modo da correggere l’uno o altro difetto.
Materiale: Metallo, vetro
Misure: cm 15x28x13
Parole chiave: Ottica
Collocazione: Collezione del liceo Classico “Tito Livio” - Padova
Codice Bene: 15
Bibliografia
- Museo degli strumenti di Fisica del Liceo Tito Livio di Padova, Canova, Treviso, 2010