Teodoliti, barometri, bussole, cannocchiali e altro ancora. Con centinaia di apparati realizzati da prestigiosi costruttori stranieri o dai meccanici locali, la collezione non solo illustra l’evoluzione della topografia e della geodesia dal Seicento al Novecento, ma costituisce una preziosa testimonianza, arricchita da fotografie e altra documentazione d’epoca, delle attività di ricerca e didattica svolte presso l’Università di Padova nell’ambito di queste discipline tra il XIX e il XX secolo.
Ricordiamo che fino alla fine del Settecento gli ingegneri imparavano il mestiere tramite un apprendistato privato o presso alcuni poli, quali ad esempio l'Arsenale di Venezia. Fu a partire dal 1806 che gli ordinamenti napoleonici resero obbligatoria la frequentazione di un corso universitario e di un successivo periodo di tirocinio.
Proprio per quanto riguarda le esercitazioni pratiche di topografia e geodesia, un primo cenno a un “Gabinetto di Geodesia” presso l’Ateneo di Padova risale al 1811, ma si hanno notizie certe di tale Gabinetto solo a partire dal 1837, quando acquisì strumenti del Gabinetto di Fisica. Risale poi agli anni 1867-1876 la creazione della “Scuola di applicazioni per ingegneri”, che fu trasferita dal Palazzo del Bo a Palazzo Cavalli nel 1895, per poi diventare nel 1923 “Regia Scuola di Ingegneria di Padova”, autonoma rispetto all’Ateneo. Nel 1929 questa traslocò nel nuovo Edificio Donghi divenendo nel 1933 “Regio Istituto Superiore di Ingegneria di Padova”. Venne infine riaggregata all’Università come Facoltà di Ingegneria nel 1935.
Realizzato in occasione del progetto di Terza Missione del Dipartimento per il 2024, questo nuovo Itinerario Virtuale rende completamente fruibili virtualmente gli strumenti che compongono le collezioni di Topografia e Geodesia, di Idraulica e di Ponti e strade.
Le fotografie sono state realizzate da Eugenio Mario.