
Datazione: anni 1920-1930
Descrizione
Il disco venne utilizzato da Cesare Musatti durante gli anni trascorsi all’Università di Padova per gli studi sui fenomeni stereocinetici, ovvero riguardanti la percezione tridimensionale di oggetti bidimensionali in movimento. Facendo ruotare lentamente il disco nero, sul quale è disegnato un cerchio con un puntino eccentrico, apparirà un cono tridimensionale concavo o convesso, di altezza ben definita. L'aspetto di tridimensionalità dell’oggetto, grazie al movimento rotatorio, non è più una presenza mentale ma è diventato una vera e propria presenza percettiva. Musatti spiegava questo fenomeno con l'ipotesi di "rigidità": le figure piane si trasformano percettivamente in oggetti rigidi per effetto della nostra esperienza passata di corpi solidi. Attraverso un processo assimilativo, l'esperienza pregressa si incorpora al complesso percettivo di partenza, determinando l'impressione di tridimensionalità. Musatti aveva ereditato questa interpretazione teorica da Vittorio Benussi, anch’egli interessato ai fenomeni stereocinetici. Questa interpretazione è stata successivamente ripresa anche da altri autori ed è nota oggigiorno come "assunto di rigidità".
Materiali e tecnica: cartone, ferro, legno
Misure: diametro 30 cm, spessore 0,5 cm
Studiosi correlati:
Cesare Luigi Musatti (Dolo, 1897 – Milano, 1989). Allievo di Benussi, fu uno dei principali psicologi italiani nonché fondatore della psicanalisi in Italia. Ricoprì la cattedra di psicologia dalla morte di Benussi fino al 1938 quando, a causa delle leggi razziali, venne cacciato dall’Università. Durante gli anni patavini, si occupò di percezione e continuò le ricerche del maestro sulla psicologia della testimonianza. Nel 1947 ottenne la cattedra di psicologia all’Università degli studi di Milano, dove insegnerà fino al 1967.
Parole chiave: psicologia, stereocinesi, percezione
Collocazione: Università degli Studi di Padova, Collezione storica del Dipartimento di Psicologia Generale
Codice Bene: 2
Bibliografia
- https://www.aspi.unimib.it/collections/collection/detail/43/