1Collezione di strumenti storici di chimica

Dipartimento di Scienze Chimiche Scopri di più

Costituita essenzialmente da circa 400 strumenti del XX secolo, la raccolta rappresenta una testimonianza preziosa della ricerca e della didattica in chimica svolte nel Novecento presso l’Università di Padova.
 
Si segnalano ad esempio diversi spettrofotometri a infrarossi con i relativi prismi, che illustrano le ricerche condotte in chimica fisica soprattutto tra gli anni Venti e Settanta, e vale la pena menzionare una straordinaria varietà di bilance, alcune di finissima fattura, nonché moltissima vetreria realizzata in sede da soffiatori di vetro: strumenti che “raccontano” le peculiarità, molte delle quali ormai desuete, della pratica della chimica a Padova, e non solo, nel Novecento. Aggiungiamo che diversi strumenti risultano acquistati grazie al Piano Marshall, caso rarissimo nell’ambito dell’Università di Padova.
 
Le prime lezioni di chimica e l’istituzione di un annesso laboratorio presso l’Università di Padova risalgono al XVIII secolo, e fu poi nel 1873-1874 che il Laboratorio (o Gabinetto) di Chimica divenne “Istituto di Chimica”. Il moltiplicarsi delle attività dell’Istituto portò alla nascita di diverse nuove istituzioni nel corso del XX secolo: vennero creati nel 1932 l'Istituto di Chimica Fisica, nel 1950 l'Istituto di Chimica Organica, e nel 1965 l'Istituto di Chimica Analitica, che confluirono infine tutti nel 2004 nell’attuale Dipartimento di Scienze Chimiche.

2Collezione di modelli e strumenti matematici

Dipartimento di Matematica Scopri di più

La collezione è costituita da circa 150 modelli e strumenti, di cui la maggior parte vennero costruiti tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni 1950.
 
Tra gli strumenti ottocenteschi, segnaliamo una “macchina per la generazione di superficie di rotazione” e due oggetti - un cronometro solare e un quadrante solare a retrogradazione - firmati dal costruttore parigino Alfred Molteni (1837-1907).
 
In quanto ai modelli, realizzati in gesso, metallo, fili di seta, legno, cartone, questi erano destinati a mettere in evidenza le proprietà notevoli delle superfici e delle curve studiate. Vennero acquistati per scopi squisitamente didattici. Si sa che Giuseppe Veronese, professore presso l’Ateneo patavino e figura di spicco della matematica mondiale, fu tra gli iniziatori della raccolta. Cercò di avviare a Padova un atelier per la fabbricazione di modelli in cui far esercitare gli studenti della Facoltà di Matematica e della Scuola d'Applicazione per Ingegneri ma non vi riuscì, e la maggior parte dei modelli della collezione furono costruiti in laboratori tedeschi, avviati da illustri matematici quali Felix Kein e Hermann Wiener.
 
Due i principali cataloghi di riferimento dei modelli della raccolta padovana:

-  il Catalog Brill–Schilling, che proponeva le realizzazioni dell’atelier di progettazione e costruzione di modelli matematici, attivo a partire dagli anni 1870 presso l'Istituto di Matematica del Politecnico di Monaco di Baviera. L’atelier venne avviato dai matematici Felix Klein (1849-1925) e Alexander Brill (1842-1935, ebbe Max Planck tra i suoi allievi). I migliori oggetti venivano messi in vendita da una libreria editrice fondata nel 1877 da Ludwig Brill, fratello di Alexander. Fu Ludwig avviare la pubblicazione del Catalog, che venne poi continuata nel 1899 da Martin Schilling, che acquisì la ditta di Ludwig Brill.         

- il Verzeichnis Mathematischer Modelle, pubblicato dall'editore B.G. Teubner (la prima edizione risale al 1905 e la seconda al 1912), che presentava i modelli prodotti agli inizi del Novecento da Hermann Wiener (1857-1839, matematico tedesco).

La raccolta di modelli, che conta circa 140 pezzi, è particolarmente ricca se paragonata a raccolte analoghe presenti in Italia e all'estero. Ha un valore d'insieme che va al di là di quello dei singoli pezzi, in quanto illustra l’importanza dell’uso di modelli in alcuni periodi della storia dell’insegnamento della matematica.
 

3Collezione di scienze del farmaco

Dipartimento di Scienze del Farmaco Scopri di più

La collezione è costituita da due insiemi di reperti, relativi l’uno a farmacia e l’altro a farmacologia, per un totale di un centinaio di oggetti. L’attuale Dipartimento di Scienze del Farmaco nasce di fatto nel 2012 dalla fusione del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche con parte del Dipartimento di Farmacologia ed Anestesiologia.
                                                              
La raccolta riveste un particolare interesse in quanto permette di far rivivere le pratiche scientifiche che hanno caratterizzato la scienza farmaceutica e la farmacologia negli ultimi 150 anni – pratiche oggi del tutto abbandonate.  Si ha così attraverso gli oggetti uno spaccato della storia delle scienze del farmaco presso l’Ateneo di Padova.
 
Si segnalano in particolare una collezione di funghi in cera provenienti dal Gabinetto di Materia Medica, fondato nel 1786, nonché la vetreria e le bilance di alta precisione utilizzate per ricerche in microanalisi negli anni 1950-1960.

4Collezione di Topografia e Geodesia - 1

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) Scopri di più

Teodoliti, barometri, bussole, cannocchiali e altro ancora. Con centinaia di apparati realizzati da prestigiosi costruttori stranieri o dai meccanici locali, la collezione non solo illustra l’evoluzione della topografia e della geodesia dal Seicento al Novecento, ma costituisce una preziosa testimonianza, arricchita da fotografie e altra documentazione d’epoca, delle attività di ricerca e didattica svolte presso l’Università di Padova nell’ambito di queste discipline tra il XIX e il XX secolo.
 
Ricordiamo che fino alla fine del Settecento gli ingegneri imparavano il mestiere tramite un apprendistato privato o presso alcuni poli, quali ad esempio l'Arsenale di Venezia. Fu a partire dal 1806 che gli ordinamenti napoleonici resero obbligatoria la frequentazione di un corso universitario e di un successivo periodo di tirocinio.
 
Proprio per quanto riguarda le esercitazioni pratiche di topografia e geodesia, un primo cenno a un “Gabinetto di Geodesia” presso l’Ateneo di Padova risale al 1811, ma si hanno notizie certe di tale Gabinetto solo a partire dal 1837, quando acquisì strumenti del Gabinetto di Fisica. Risale poi agli anni 1867-1876 la creazione della “Scuola di applicazioni per ingegneri”, che fu trasferita dal Palazzo del Bo a Palazzo Cavalli nel 1895, per poi diventare nel 1923 “Regia Scuola di Ingegneria di Padova”, autonoma rispetto all’Ateneo. Nel 1929 questa traslocò nel nuovo Edificio Donghi divenendo nel 1933 “Regio Istituto Superiore di Ingegneria di Padova”. Venne infine riaggregata all’Università come Facoltà di Ingegneria nel 1935.

Realizzato in occasione del progetto di Terza Missione del Dipartimento per il 2024, questo nuovo Itinerario Virtuale rende completamente fruibili virtualmente gli strumenti che compongono le collezioni di Topografia e Geodesia, di Idraulica e di Ponti e strade. 
Le fotografie sono state realizzate da Eugenio Mario. 

5Collezione di Idraulica

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) Scopri di più

Costituita da strumenti, modelli e rappresentazioni grafiche, la raccolta nasce dal Gabinetto di Idrometria, fondato nel 1867 con la scissione della Cattedra di Idrometria e Geodesia in due insegnamenti distinti. Rimane al Palazzo del Bo fino al 1895-96, quando la Scuola di applicazioni per ingegneri viene trasferita a Palazzo Cavalli. Per le condizioni del Gabinetto, non era però possibile programmare con regolarità esercitazioni pratiche e si ebbe una svolta significativa solo nel 1907, con l'istituzione del Magistrato alle acque – che riprendeva il nome di un importante organismo della Repubblica di Venezia -, un organo decentrato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che rifornì largamente la Scuola di applicazioni di mezzi e materiali per l'insegnamento pratico. L’insegnamento di idraulica e il relativo Gabinetto vennero poi trasferiti nella nuova sede di via Loredan nel 1920, e risalgono rispettivamente al 1925 e al 1932 un nuovissimo laboratorio didattico e un rinnovato laboratorio di ricerche ottimamente equipaggiato. I locali degli attuali laboratori sono rimasti gli stessi, e diversi apparati del laboratorio degli anni Trenta vengono ancora utilizzati sia per realizzare esperienze didattiche che per effettuare misure.

Tra gli strumenti conservati nella Collezione, oltre a diversi tipi di idrometri, idrometrografi, pluviografi, tubi di Pitot, manometri e mulinelli idraulici, spiccano un rarissimo apparato di Bjerkes, destinato allo studio dell’analogia tra idrodinamica ed elettromagnetismo, e un carrello idrodinamico dei primissimi anni 1930, tuttora utilizzato.
I modelli, costruiti principalmente in legno e metallo, rappresentano conche di navigazione, botti a sifone, dighe e vari tipi di altre costruzioni idrauliche. Da segnalare, infine, diversi disegni ottocenteschi e novecenteschi di grandi dimensioni che rappresentano rilievi geografici (per esempio del porto di Malamocco o dell'Adige da Merano a Borghetto) e numerose tavole parietali didattiche.

6Collezione di geodesia, geografia fisica e fisica terrestre

Dipartimento di Geoscienze Scopri di più

La  collezione è costituita da strumenti  risalenti essenzialmente ai primi sessant’anni del Novecento e provenienti da varie istituzioni, tra cui il Gabinetto di Geodesia, l’Istituto di Geografia fisica e l’Istituto di Fisica terrestre, che sono poi stati riuniti nell’attuale Dipartimento di Geoscienze nato nel 2007.
 
Proprio per la diversa origine dei vari apparecchi, si tratta di una raccolta che comprende strumenti di tipologie molto varie, tra cui segnaliamo diversi strumenti gravimetrici, quali due bilance di Eötvös, tre strumenti per i passaggi di notevole fattura, un gravimetro e un pendolo, tutti appartenenti all’ex Gabinetto di Geodesia.
 

7Collezione di strumenti di mineralogia

Dipartimento di Geoscienze Scopri di più

La collezione comprende circa 50-60 strumenti e illustra non solo l’evoluzione delle tecniche di analisi dei minerali e dei cristalli, ma anche gli sviluppi della ricerca in questo campo tra gli ultimi anni dell’Ottocento e gli anni 1970.
 
Si tratta essenzialmente di microscopi, goniometri a riflessione, camere a precessione, tubi a raggi X, bilance, polariscopi, camere di Debye-Sherrer, spettrometri, camere di Weissenberg, set per l’analisi chimica dei minerali, densimetri e obiettivi per microscopio. Gli strumenti sono stati realizzati per lo più da ditte tedesche come la R. Fuess di Berlino, la Carl Zeiss di Jena e la Max Wonn di Bonn. Uno dei tubi a raggi X potrebbe essere uno degli strumenti acquistati dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie ai fondi del piano Marshall.

Precisiamo che l’insegnamento di “Mineralogia e geologia” venne diviso in “Mineralogia” e “Geologia” nel 1882, e che nel 1883 avvenne anche la separazione dell’esistente Gabinetto in due Gabinetti distinti. Quello di Mineralogia, oltre a campioni di minerali, conservava anche alcuni strumenti, e venne in seguito regolarmente arricchito in questo senso per le ricerche in mineralogia e petrografia.
 

8Collezione storica di ingegneria industriale

Dipartimento di Ingegneria Industriale Scopri di più

In relazione alle varie aree di ricerca dell’attuale Dipartimento di Ingegneria Industriale, la collezione storica di strumenti e modelli del Dipartimento può essere suddivisa in vari insiemi relativi alla fisica tecnica, elettrotecnica, meccanica applicata e macchine, fino alla chimica industriale. I vari insiemi appaiono molto diversi l’uno dall’altro, per quanto riguarda la consistenza del materiale, la datazione e l’origine.
 
Nell’ambito della didattica ottocentesca, si spazia da alcuni modelli didattici di macchine a vapore a una raccolta di un centinaio di strumenti destinati a illustrare agli studenti le leggi dell’elettricità. Per quanto riguarda la ricerca, questa è documentata, per esempio, da diversi strumenti di misura del Gabinetto di Meccanica applicata e del Gabinetto di Macchine, da alcuni strumenti novecenteschi che illustrano lo studio degli zuccheri, uno dei settori di punta della chimica industriale a partire dagli anni 1930, o ancora dagli apparecchi di fisica tecnica destinati alle ricerche sulle tecniche del freddo, in cui l’allora Istituto di Fisica Tecnica si specializzò a partire dagli anni Trenta. Di notevole interesse sono anche diversi macchinari di inizio Novecento impiegati nell’officina del Gabinetto di Macchine, illustrati anche in alcune fotografie dell’epoca.
 
La storia del Dipartimento di Ingegneria Industriale inizia di fatto negli anni 1867-1871, con l'istituzione della Scuola di Applicazioni per Ingegneri. Fu infatti all'interno della Scuola che vennero avviati gli insegnamenti e i Gabinetti scientifici relativi alle varie aree di ricerca dell'attuale ingegneria industriale. L'insegnamento della Fisica Tecnologica fu ad esempio introdotto nel 1872, e venne costituito nel 1875 il relativo Gabinetto di Fisica Tecnica, mentre risale all'inizio del Novecento l’avvio di un corso di Elettrotecnica e del relativo Gabinetto. I due insegnamenti e la relativa strumentazione confluirono nel 1942 nell’Istituto di Fisica Applicata ed Elettrotecnica, da cui nacquero negli anni 1930 due distinti istituti, quello di Elettrotecnica e quello di Termotecnica. Quest’ultimo diventò nel 1935-36 “Istituto di Fisica Tecnica”.
 
Venne d’altro canto istituito nel 1875 il Gabinetto di Statica grafica e nel 1880 ilGabinetto di Meccanica applicata, con annesso Laboratorio per le prove dei materiali da costruzione”. E’ dal Gabinetto di Meccanica applicata che si distaccò nel 1910 il Gabinetto di Macchine, a cui era annessa un'officina corredata di macchine utensili per la costruzione, la riparazione e la manutenzione di strumenti della Scuola di applicazioni per Ingegneri. Nel 1924 il Gabinetto di macchine divenne “Istituto di macchine”, mentre il Gabinetto di Statica Grafica e il Gabinetto di Meccanica applicata originarono l'Istituto di Meccanica Applicata.
 

9Collezione di psicologia sperimentale

Dipartimento di Psicologia Generale Scopri di più

La raccolta, costituita da una cinquantina di strumenti, illustra non solo l’origine del Dipartimento di Psicologia Generale, ma anche vari campi della psicologia sperimentale studiati e insegnati a Padova nel corso degli anni. 

E’ a Roberto Ardigò, chiamato a Padova nel 1882, che si deve la proposta di istituire una cattedra di psicologia sperimentale e la creazione di un primo laboratorio di psicologia. La cattedra venne però istituita solo nel 1919 e gli strumenti, acquistati in Germania, vennero di fatto utilizzati dal primo titolare della cattedra, Vittorio Benussi.
 
Autore di ricerche all’avanguardia per i tempi, questi si occupò tra le altre cose di percezione, illusioni e dell’utilizzazione di metodi ipno-suggestivi per la ricerca psicologica, dando importanti contributi alla psicologia della testimonianza. Sarà uno dei suoi allievi, Cesare Musatti, a ricoprire la cattedra alla morte del maestro nel 1927 e a proseguire queste linee di ricerca, diventando uno dei massimi psicologi italiani, nonché il fondatore della psicanalisi in Italia. Dedicatosi alla psicologia della percezione perlopiù nella prima parte della sua carriera accademica, Musatti formò proprio a Padova i suoi principali allievi in questo ambito, Fabio Metelli e Gaetano Kanizsa. Nel 1938, Musatti venne cacciato dall’Università sia perché ebreo sia perché insegnava la dottrina freudiana, e dopo alcuni anni, nel 1944, la cattedra venne assegnata a Metelli.

Nella collezione conservata presso il Dipartimento di Psicologia Generale, spiccano innanzitutto gli strumenti di Benussi, Musatti e Metelli, che documentano in particolare gli studi sulla percezione visiva e le illusioni. Di notevole importanza è anche lo pneumografo utilizzato da Benussi per i propri lavori sui metodi ipno-suggestivi nella ricerca psicologica. Da segnalare inoltre un tachistoscopio per le ricerche in psicologia della percezione e le skinner box, utilizzate in Italia a partire dagli anni 1970 nelle ricerche sul comportamento animale, altro settore di punta del Dipartimento.
 

10Collezione di statistica

Dipartimento di Scienze Statistiche Scopri di più

La  collezione comprende circa 15 tra macchine calcolatrici e personal computer utilizzati tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del Novecento per la ricerca in statistica, soprattutto in campo demografico ed economico. Questi oggetti raccontano l’evoluzione dei calcolatori, sia meccanici che elettronici, evoluzione che ha permesso anche alla disciplina di svilupparsi attraverso calcoli sempre più complessi.
 
L'insegnamento della Statistica all’Università di Padova venne introdotto durante il Regno Lombardo-Veneto per sostituire l’insegnamento di Economia pubblica, che era stato avviato durante la dominazione napoleonica. Dal 1889 esisteva anche un Gabinetto di Statistica - incorporato però nel Gabinetto di Geografia -, che consisteva principalmente in una biblioteca e in un archivio. Nel 1913, il Gabinetto diventò indipendente e qualche anno dopo, nel 1924, venne trasformato nel nuovo Istituto di Statistica. Venne anche costituita una Scuola di perfezionamento in Statistica e, a partire dal 1927, venne avviata una Scuola di Statistica che rilasciava un diploma biennale. In quegli anni insegnarono a Padova alcuni dei più importanti nomi della Statistica italiana, da Corrado Gini a Gaetano Pietra, da Paolo Fortunati a Marcello Boldrini.  Nel secondo dopoguerra, la Scuola andò crescendo sia nel personale e nelle attrezzature che nel numero di iscritti, e nel 1968 venne istituita la Facoltà di Scienze Statistiche, Demografiche ed Attuariali, la quale permetteva di conferire, oltre al vecchio Diploma in Statistica, una Laurea in Scienze Statistiche ed Economiche. Fu poi all'inizio del 1984 che nacque l’attuale Dipartimento di Scienze Statistiche.